Nazionale

Le sportive Uisp: donne che cambiano la società

Maria Grazia Pinna e Alfonsina Strada su Gente, al fianco di scienziate, politiche, artiste, per ricordarci che ogni traguardo scrive un pezzo di storia

 

Le donne fanno la storia e cambiano la società, l’Uisp ne è convinta da sempre e promuove una cultura della parità, contro tutte le disuguaglianze, a partire dal mondo dello sport. #Ledonnedevonoesserelibere è la parola d’ordine lanciata dall’Uisp in occasione della Giornata internazionale delle donne 2022: per una ricorrenza che cade in un periodo difficile, di grande crisi sociale, economica ed internazionale. La libertà e la democrazia si costruiscono a partire dai diritti, per questo l’Uisp sin dalla sua nascita ha lottato per i diritti delle donne, includendo il diritto ad una pratica motoria che mette al centro la persona e la sua ricerca di benessere.

Il ruolo che lo sport può avere nell'evoluzione della società è sempre più riconosciuto e un segnale arriva da uno dei più popolari settimanali italiani, Gente, che nell’ultimo numero dedica diverse pagine a raccontare le storie di 10 donne che hanno cambiato la storia: “Sono state loro a tagliare certi traguardi - si legge - variando la percezione della figura femminile nella società: dalla prima laureata in ingegneria fino alla ragazza scesa in campo come arbitro”.

E la prima donna a scendere in campo come arbitro è stata proprio una tesserata Uisp: si tratta di Maria Grazia Pinna. “È stata la prima donna ad arbitrare una partita di calcio in Italia. Nata a Carloforte, in Sardegna, ha esordito nel 1979: all'epoca il regolamento non ammetteva donne in quel ruolo ma a darle ragione fu l’Unione Italiana Sport Pertutti. A 80 anni dice di aver “sempre risposto alle provocazioni che ha ricevuto come arbitro donna”. Maria Grazia Pinna è stata fra le protagoniste del documentario realizzato dall'Uisp in occasione del settantesimo anniversario della fondazione, nel 2018: "Capitane Coraggiose, la storia dell'Uisp raccontata dalle donne".

Durante l'intervista all'arbitra Uisp, realizzammo un video dedicato a quell'incontro, in cui Maria Grazia racconta la sua esperienza, mostrando anche fotografie originali e ricordi delle sue prime partite di calcio ufficiali. GUARDA IL VIDEO

La storia di Grazia Pinna, prima arbitra di calcio italiana, formata nell’Uisp, è stata ripresa lo scorso anno anche da Rai Uno e raccontata nel corso della trasmissione “Da noi…a ruota libera”, condotto da Francesca Fialdini e curato in redazione da Antonella Spinelli. 

GUARDA L'INTERVENTO DI GRAZIA PINNA SU RAI UNO (domenica 17 gennaio 2021, ore 17.30)

“Perché ha fatto l’arbitra?”, domanda la conduttrice, “E perché no?”, risponde Grazia Pinna che febbraio del 1979, all’epoca 36enne vedova con due figli originaria della Sardegna ma toscana d’adozione, ha fatto l’esordio da arbitro in una partita di calcio Uisp: è la prima donna in Italia ad indossare la divisa, che all’epoca fu disegnata e realizzata da lei stessa.

Grazia ricorda con riconoscenza che fu proprio grazie ad un corso per arbitri l’Uisp che lei ricevette l’abilitazione, anche se poi “per scendere in campo, contò la spinta dell’opinione pubblica”. Infatti, a Firenze e non solo, si sparse la voce di questo primo fischietto rosa, fu intervista dalla nazione e poi dall’Ansa. Quando scese in campo la prima volta c’erano molti giornalisti. Tra i quali Bruno Tucci, all’epoca giornalista del Corriere della Sera, che scrisse un articolo non tenero con lei. Lo stesso Tucci è intervenuto nel corso della trasmissione ammettendo di essere stato un po’ duro in quel giudizio di quarant’anni fa.

Prima di Maria Grazia, fu Alfonsina a rompere un tabù e ad aprire lo sport alla pratica femminile: Alfonsa Rosa Maria Morini  (1891-1959), è la ciclista nota con il nome da coniugata, cioè Alfonsina Strada, ed è stata la prima donna a competere in gare maschili come il giro di Lombardia e il Giro d'Italia. Ha corso da professionista dal 1907 al 1936, vincendo 36 corse contro colleghi maschi e ha avuto il plauso di campioni quali Costante Girardengo. Strada corse anche contro l'opinione pubblica, dileggiata dai cronisti sportivi degli anni ’20: “Le grosse fatiche non si addicono al fascino fiorente femminile – scriveva Giuseppe Cardile - sul traguardo il loro sorriso (quello delle “miss”) sarà malioso e non ci ricorderà la misera smorfia di Alfonsina Strada”. E invece, anche allora, in molti (e molte) non la pensavano così: “già nel 1946 il Fronte della Gioventù aveva aperto al ciclismo femminile, nella convinzione che anche a colpi di pedale potessero cadere dei tabù – scrive lo storico Sergio Giuntini - convinzione che sarà raccolta e portata avanti dal 1948 dai progetti dell’Uisp”. Infatti, è dell'estate 1948 la storica "Corsa al mare", con cui l'Uisp celebra la sua recentissima fondazione con una gara ciclistica riservata alle donne. Settantacinque ragazze dai 18 ai 26 anni si sfidarono in 4 tappe da Bologna a Rimini, dal 22 al 25 luglio di quell'anno, Ancora oggi l'Uisp continua a dedicare alla Strada manifestazioni ciclistiche in Emilia Romagna e altre regioni italiane.